Triestina-Atalanta 0-1

Mion 53′

Il gol di Mion

Trieste
Stadio Grezar
16 giugno 1957
34a Serie A 56/57

Cinquantenario con il brivido.
E’ la salvezza forse più epica della nostra storia conquistata vincendo in sostanza uno spareggio in trasferta: nella seconda metà degli anni cinquanta i tempi gloriosi dei bomber scandinavi sono finiti, è arrivato un grande difensore, lo svedese Bengt Gustavsson che rimarrà per cinque anni con noi scendendo in Serie B ma diventando in questo periodo pure vicecampione del mondo perdendo la finale solo davanti ad un giovanissimo Pelè.

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Per quanto grande però lo svedese è un difensore e i problemi sono davanti, ci aggrappiamo ai quindici gol dell’eterno Bassetto ma il giocatore decisivo è il neoacquisto Mion centravanti veneto arrivato però dal Belgio dove era emigrato come tantissimi italiani all’epoca per lavorare nelle miniere (l’anno prima era avvenuta la tragedia di Marcinelle) facendosi poi notare con venticinque gol giocando nel Charleroi.
Il “centravanti emigrante” però a Bergamo ha deluso segnando, quando mancano solo quattro partite alla fine, la miseria di quattro gol, anche se tutti han portato punti; misera è pure la nostra classifica che ci vede penultimi a ventitré punti dietro di noi il solo Palermo a venti davanti abbiamo Genoa a ventisei e Triestina a ventisette, consideriamo che retrocedono in due e la vittoria vale ancora due punti, quindi siamo a tre lunghezze dalla zona salvezza.

Abbiamo anche cambiato allenatore, a Bonizzoni è subentrato il triestino Rigotti ma ciò nonostante abbiamo appena perso in casa con il Toro e Lo Bello ci ha negato un rigore clamoroso che ha imbestialito i tifosi che peraltro come massima manifestazione di violenza scuotono la rete di recinzione della Gradinata e poi assediano gli spogliatoi per un’ora.
L’arbitro siculo deve esser scortato fuori dalle forze dell’ordine: arbitro assediato uguale campo squalificato, dovremo ospitare l’Inter in campo neutro a Como, a questo punto la Serie B sembra davvero vicinissima, tre punti da recuperare e dobbiamo andare a Firenze sul campo dei campioni d’Italia in carica e secondi in classifica.

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Mister Rigotti però ci crede, è un personaggio un po’ strano, uomo di campo se ce n’è uno, parla quasi solo nel proprio dialetto ma in campo si fa capire e a Firenze vinciamo con un gol di Mion che, come detto, segna poco ma quando lo fa, sono gol pesanti.
Poi però c’è l’Inter, Como è invasa dai bergamaschi e la squadra risponde, anche se Cattozzo spreca subito un rigore, ci pensa Lenuzza con una doppietta, 2-1 e la risalita prosegue.
Successiva tappa della rimonta è la Roma che non ha particolari motivazioni e, infatti, è asfaltata 4-1 con quattro marcatori diversi (Bassetto presente naturalmente), è la terza vittoria consecutiva ma non basta, la classifica a parte il Palermo già retrocesso, ci vede a pari punti con la Triestina, dietro c’è il Genoa a un punto che ospita il tranquillo Napoli mentre nell’ultima di campionato è in programma proprio Triestina-Atalanta.

Si festeggia al fischio finale, Gustavsson (con il numero 5) e Annovazzi in primo piano poi il portiere Boccardi e il sig.Terzi (il segretario dell’Atalanta)

La giornata è caldissima, siamo oltre i trenta gradi, caldissimo è ovviamente anche l’ambiente a Valmaura ma l’arbitraggio dell’austriaco Priebl è preciso: sì, arbitra uno straniero (anche se in questo caso non è lontanissimo da casa) è consuetudine affidare a fischietti non italiani le partite più importanti come garanzia d’imparzialità, forse non un’idea del tutto sbagliata.
Il primo tempo scorre senza particolari occasioni, incidono l’importanza della partita e soprattutto il grande caldo, nell’intervallo si diffonde la falsa voce che il Genoa sta perdendo cosa che salverebbe entrambe le squadre in campo, teniamo presente che non ci sono trasmissioni radio, tantomeno i cellulari, i risultati al volo si possono sapere solo telefonando da stadio a stadio.

La “sguaiata” esultanza di due eleganti “ultras” del 1957, in due sul “Guzzino” in Via Tasso, chissà se questi ragazzi oggi (speriamo) pluriottantenni ci leggono

I dirigenti atalantini rimasti a Bergamo sono riuniti in sede fingendo di guardare l’atletica al pomeriggio sportivo in televisione in attesa di una telefonata da Trieste.
Inizia la ripresa e, dopo otto minuti, ecco il gol decisivo, lo segna ovviamente l’uomo del destino, Mion, su un traversone di Longoni il nostro attaccante controlla male ma il difensore non riesce a rinviare, la palla rimane lì e questa volta in girata l’emigrante veneto non sbaglia per lo 0-1.
A Valmaura ci sono tanti atalantini (circa un migliaio, si sono fatti dieci ore di pulmann solo per l’andata) che esplodono, a questo punto siamo sicuramente salvi ma bisogna resistere, la Triestina si butta in avanti e dobbiamo chiuderci ma siamo ancora noi ad andare vicinissimi al raddoppio con Annovazzi, salvataggio in extremis sulla linea.

Sempre i due scatenati ultras in prima pagina…

L’assedio a questo punto è disperato, c’è una mischia lacoontica nella nostra area senza danni e poi l’attaccante Petris spara alto sulla nostra traversa da due passi, il finale è davvero convulso, prima sprechiamo noi in contropiede e poi ancora i giuliani sprecano da pochi passi, finisce con Mion in possesso di palla quasi simbolicamente, siamo salvi e la Triestina retrocede poiché nel frattempo il Genoa ha vinto.
Grande festa in mezzo al campo e in tribuna stampa dove Corbani esulta a voce alta nel generale silenzio e poi si presenta negli spogliatoi a raccogliere le dichiarazioni dei nerazzurri esausti ma felici, primo tra tutti mister Rigotti, triestino ed ex giocatore dei giuliani, che con quattro vittorie consecutive ci ha portato alla salvezza.

Possiamo immaginare la tristezza per la “valorosa Triestina”…

A Bergamo, dove i dirigenti sono riuniti in sede ad aspettare notizie o telefonate da Trieste, ormai quasi mezz’ora dopo il termine della partita arriva prima la radio che trasmette i risultati finali (Tutto il calcio minuto per minuto non esiste ancora, mancano due anni) e possono partire i festeggiamenti.
La dirigenza va nell’ufficio del sindaco per un brindisi mentre in centro festeggiano i comuni tifosi, certo in modo molto composto, siamo nel 1957, ragazzi in giacca e cravatta in scooter con una bandiera, altri tre ragazzi in maglia atalantina che trascinano per scommessa (persa) una carretta con sopra altri tre tifosi sfottenti, tanti brindisi e bevute nei bar e nelle trattorie.

La scommessa più divertente, peraltro definita di dubbio gusto dalla stampa locale, si ha quando un tifoso deve mangiarsi (letteralmente) una grossa foto di Mion al cui riguardo non aveva probabilmente espresso grande fiducia.
In tutto questo fervore la squadra si ferma a mangiare a Trieste celebrando una salvezza che sembrava davvero impossibile solo un mese prima e il tutto nell’anno del cinquantenario, tanti auguri Atalanta !

Alfredo Mion
sei gol nella Serie A 56/57