Juventus-Atalanta 0-1
Torino Stadio Comunale
22 gennaio 1989
14a Serie A 88/89
Il brasiliano triste fa felice la Maratona nerazzurra.
Siamo la rivelazione, la matricola terribile e siamo in serie positiva dalla seconda giornata avendo perso solo la prima a Napoli per un colpo di mano di Maradona; la classifica ne ha ovviamente beneficiato e dopo Inter a ventitré, Napoli a venti, Doria a diciotto ci siamo noi con la Juve a diciassette.
Oltretutto abbiamo dimostrato sul campo che anche le “dirette” concorrenti per l’alta classifica non ci sono poi, seppure incredibilmente, tanto superiori, a Napoli abbiamo perso nel modo sopradescritto oltre il novantesimo, con il Doria abbiamo giocato la domenica prima e siamo stati raggiunti ancora al novantesimo, ancora con un gol irregolare.
Insomma andiamo ad affrontare la Juve al Comunale (di Torino però) con fiducia e naturalmente ci andiamo in tanti, la Maratona è tutta nerazzurra, siamo intorno ai quattromila.
Siamo arrivati a Torino con ogni mezzo, una carovana di trenta pullman e un treno speciale (nel quale in uno scompartimento l’indimenticabile Gianni Coppola offre ravioli caldi in thermos, ricordo indelebile di una grande giornata, grazie Gianni) con annesso corteo dalla stazione di Porta Nuova al Comunale dove invadiamo la Maratona.
All’ingresso si ha il sentore che potrà essere una giornata divertente e strana: essendo i temibilissimi atalantini siamo perquisiti uno per uno e un mio amico che sta bevendo una lattina di coca (Cola eh…) supera incredibilmente e fantozzianamente la perquisizione semplicemente tenendola in mano mentre è frugato dappertutto, siamo nel surreale più completo (o in un film di Fantozzi).
Prima della partita il grande ex Magrin viene sotto la nostra curva a ricevere un mazzo di fiori e gli applausi riconoscenti di tutti, poi parte un grande tifo con sciarpate e cori.
Sono esposti oltre ai soliti Brigate e Kaos tanti striscioni di gruppi (Teste Matte, Sbarra Group, Siamo Persi tra gli altri) e striscioni personali e particolari tra cui spicca un “Lega attenta al 90°” (viste le precedenti beffe subite allo scadere).
Comincia la partita e dopo un minuto segna la Juve, Agnolin vede il fallo di mano di Marocchi, giustamente annulla e tutti siamo subito rassicurati, con quest’arbitro è difficile che i soliti “episodi” accadano.
La partita si svolge, infatti, regolarmente e già questo è un bel vantaggio: al resto provvede Ferron uscendo a valanga su Zavarov, sul rimpallo la palla si avvia verso la linea e ci pensa Barcella a salvare in extremis, poi sempre un colpo di testa a spiovere di Zavarov tocca la parte alta della traversa e ancora il russo anticipa Ferron in sciagurata uscita alta mandando però sempre di testa sopra la traversa stessa.
E noi? Noi senza Stromberg conteniamo abbastanza bene ma non riusciamo proprio a ripartire non impegnando mai Tacconi.
Stesso andazzo nella ripresa, prima Ferron deve volare all’incrocio per abbrancare un colpo di testa di Altobelli poi ancora Zavarov vicino al gol, e noi sempre dietro, si fa male anche Fortunato e a questo punto l’obiettivo diventa portare a casa il pari a reti bianche visto che dalle parti di Tacconi non arriviamo, solo un rasoterra di Nicolini da fuori area che sibila vicino al palo.
Il tempo passa e, quando mancano due minuti al termine, Evair riceve da Prandelli un innocuo pallone spalle alla porta, siamo fuori dall’area, il bomber brasiliano è attorniato da cinque juventini ed ha tra sé e Tacconi Bruno e il libero Tricella, insomma situazione in cui al massimo si può tener palla un per far passare il tempo.
Invece ecco la magia: Evair si gira sulla sinistra e si avvia verso la porta, Bruno scivola e cadendo ostacola pure Tricella per cui il brasiliano si trova improvvisamente dentro l’area solo davanti a Tacconi seppur in posizione un po’ defilata.
In quel preciso istante il tempo pare fermarsi, il tutto avviene sotto la nostra curva e nessuno crede ai propri occhi, ci crede invece il brasiliano che tranquillamente infila in diagonale l’angolo opposto e prosegue la corsa sotto la Maratona impazzita, dove si festeggia tutti insieme, squadra e tifosi il gol della vittoria che mancava da tanti anni.
Il ritorno è una festa, il corteo verso Porta Nuova è trionfale, a Bergamo torna un treno che da speciale è diventato specialissimo, proprio come il risultato appena ottenuto.