Inter-Atalanta 1-3

Milano Stadio San Siro
12 gennaio 1986
17a Serie A 85/86

Ol Simonini meglio di Kalle.
Seconda di ritorno e, come a inizio campionato, veniamo da una sconfitta, quattro gol presi a Roma, e ci aspetta l’Inter che vuole vendicare la sconfitta dell’andata.

Siamo in tanti nella Sud di San Siro

Non è un grande momento per tutti i nerazzurri, noi non vinciamo da due mesi e siamo al terzultimo posto con altre squadre tra cui il Pisa mentre l’Inter viene da due sconfitte consecutive con Como e Pisa, l’estate è finita da qualche tempo e la classifica la vede lontana nove punti dalla Juve capolista, Castagner, in panchina nella sconfitta di Bergamo, è già saltato sostituito dalla vecchia gloria Corso.

Sciarpata della Sud atalantina, occupiamo tutta la curva in lunghezza

E’ una bellissima (e lo sarà sempre più) giornata invernale e siamo qualche migliaio nella Sud di San Siro, dove si trovano anche milanesi atalantini che sono quasi i più scatenati nel tifo, del resto come da tradizione la Nord interista non brilla per il sostegno.
La partita comincia con un brivido, dopo dieci minuti proprio sotto di noi Soldà salva sulla linea su un colpo di testa di Rummenigge, sarà in pratica l’unica occasione dei biscioni (ma ancora non lo sappiamo).

Un pacato saluto dei Wka alla curva interista

Dopo soli due minuti passiamo invece noi, Stromberg butta palla a campanile in area interista, colpisce di testa sempre a campanile un difensore, la palla cade davanti a Zenga che esce scontrandosi con attaccante e difensore, per la terza volta la palla rimane in zona, la difesa interista disposta a presepe (forse dal mese prima) rimane a guardare Simonini che segna indisturbato.
Dalla nostra curva non si capisce granché a causa del forte sole ma il sospetto che qualcosa di bello sia avvenuto viene quando si vedono le maglie bianche esultare.

Così tanto per ribadire…

L’Inter già in crisi va completamente in barca e alla mezzora va anche sul doppio svantaggio, punizione laterale da destra, deviazione in mezzo all’area e la palla si alza, la difesa interista rientra nella modalità presepe e quando la palla torna a terra, e siamo quasi nell’area piccola, è il rapido Simonini a prendere posizione su Ferri tagliandolo fuori con il corpo, controllando e scaricando di potenza sul primo palo fulminando Zenga.

Il primo gol di Simonini

Dalla nostra curva si è capito ancora meno ma anche stavolta l’esultanza non ne risente, anzi, in pratica salta tutta la Sud di San Siro e parte il coro che invita il resto dello stadio a guardare il tabellone (per noi è sempre un qualcosa di particolare non avendolo ancora a Bergamo).

Le maglie bianche che esultano

Il tabellone con lo 0-2 lo vede pure la panchina interista che comincia a sbagliare se possibile più dei propri giocatori in campo, dopo solo mezzora di gioco Corso toglie Tardelli per scelta tecnica mettendo Brady, iniziando, come vedremo, la curiosa storia dei cambi di questa partita.

Il secondo gol di Simonini…

Si va al riposo sul doppio vantaggio, nell’intervallo gli interisti della Nord sembra abbiano l’intenzione di fare il giro e venire a salutarci, nella nostra curva scoppia quasi un tafferuglio per esser i primi ad andare incontro ai visitatori, modello abitanti di un piccolo villaggio gallico.

…Zenga la vede solo passare

L’effetto sugli interisti è pari a quello sui romani in Asterix, i biscioncini si fermano un po’ perplessi non capendo bene la situazione e nemmeno a metà del giro propendono per una prudente ritirata strategica.

Le maglie bianche esultano ancora

Si riprende anche sul campo con i padroni di casa che si giocano il secondo e ultimo cambio togliendo Marini per Cucchi, mossa non particolarmente geniale perché dopo un minuto di gioco a Marangon si gira un ginocchio e l’Inter rimane in dieci.

Qui si vede l’altro lato della Sud e si può constatare quanti siamo

A questo punto potrebbe uscire un punteggio da record perché in pratica a ogni azione rischiamo di arrivare in area avversaria.
Prima è Stromberg che parte da solo da metà campo e Zenga deve uscire ad abbatterlo con un fallaccio sulla trequarti (nel calcio attuale sarebbe espulsione conclamata forse con condanna a pene corporali, ma siamo nel 1986 e il portiere della nazionale prende solo un giallo), poi è l’imprendibile Donadoni a entrare in area dal lato opposto e questa volta il fallaccio di Ferri vale il rigore.

Il protagonista seguito da Marini a destra Stromberg

Nonostante il dominio siamo un attimo in ansia perché nello stesso stadio (ma nell’altra porta) il nostro rigorista principe Magrin l’anno prima si era fatto malamente parare un rigore pagando probabilmente il suo tifo interista da bambino ma questa volta sul dischetto si presenta Soldà, cui dei biscioni importa zero, che con una sassata centrale spacca la porta e sigla uno 0-3 abbastanza definitivo.
Ormai è un trionfo e l’uscita di uno stanchissimo Simonini è salutata dagli applausi di tutto lo stadio.
Entra il giovane Valoti (il padre dell’attuale giocatore) che però paga forse l’emozione perdendo in pratica tutti i palloni giocati.


Quando, a pochi minuti dal termine, è concesso un dubbio rigore all’Inter che Rummenigge trasforma per il definitivo 1-3, per evitare assurdi rischi di riaprire una partita finita Sonetti completa la giornata strana delle sostituzioni ritogliendo Valoti e mettendo Boldini, la partita finisce tranquillamente in gloria e, mentre la squadra saluta in mezzo al campo e poi sotto di noi, l’Inter esce sotto una valanga di fischi.
Il giorno dopo la Gazzetta a titoli di scatola “celebra” in prima pagina l’impresa (“Inter ora è scandalo umiliata a San Siro da Simonini e dall’Atalanta”) che dopo ventidue anni ci permette di tornare a battere l’Inter andata e ritorno, abitudine recentemente tornata in voga.

Fulvio Simonini tre gol nella Serie A 85/86
Roberto Soldà un gol nella Serie A 85/86