Inter-Atalanta 1-2

Da Costa 3′
Christensen 65′

Milano
Stadio San Siro
28 ottobre 1962
7a Serie A 62/63

Blitz a San Siro in piena guerra fredda.
La notizia più importante riportata dai giornali lunedì ventinove ottobre 1962 non è certamente la clamorosa vittoria atalantina sul campo di un Inter che diventerà poi campione d’Italia.
I titoli, anche del quotidiano cittadino, sono ovviamente dedicati alla crisi di Cuba giunta a improvvisa soluzione con la decisione di Kruscev di ritirare i missili sovietici dall’isola; in prima pagina campeggia anche la notizia dell’incidente aereo (avvenuto soltanto due giorni prima) in cui ha perso la vita l’ingegner Mattei personaggio fondamentale della rinascita economica italiana del dopoguerra.
Insomma le notizie di grido non mancano ma in prima pagina non manca nemmeno una fotografia della vittoria atalantina sul campo dei biscioni; impresa assolutamente contro ogni pronostico visto anche il momento negativo attraversato, siamo alla settima giornata abbiamo vinto una sola partita seppure in trasferta e sul campo di una grande, la Juventus.

A fine campionato Inter e Juventus occuperanno poi le prime due posizioni e noi saremo passati sul campo di entrambe nel giro di un mese.
Arriviamo da due sconfitte consecutive con Fiorentina e Bologna (che guida la classifica) e ci aspetta l’Inter, guidata dal mago Herrera, a sua volta protagonista di un inizio di campionato non certo positivo: i milanesi navigano a metà classifica e insomma siamo visti come una perfetta vittima sacrificale per iniziare la risalita.
In una giornata autunnale sono comunque presenti in quarantamila, come d’uso giochiamo noi in maglia nerazzurra mentre l’Inter indossa la seconda maglia bianca con righe trasversali nerazzurre.

Noi siamo con la prima maglia come d’uso all’epoca sono i padroni di casa a giocare in seconda maglia

Bastano tre minuti per dimostrare che i veri nerazzurri siamo, naturalmente, noi: Nielsen spara una fucilata dal limite, il portiere interista Ferretti riesce a deviare in angolo, s’incarica della battuta Domenghini e sulla respinta della difesa c’è un altro tiro da fuori area di Mereghetti che viene però intercettato a pochi metri dalla porta da Da Costa che stoppa e tira a colpo sicuro; Ferretti respinge ancora con una prodezza ma proprio sui piedi del nostro attaccante brasiliano che questa volta non ha difficoltà a scaricare in rete per l’imprevisto vantaggio atalantino.
L’Inter reagisce subito e si procura alcune punizioni ma siamo ancora noi ad andare vicinissimi al raddoppio con un rasoterra di Da Costa sul quale Ferretti si produce in una difficile deviazione in corner.
A questo punto entra in scena l’arbitro De Marchi, prima non rilevando la nettissima posizione di fuorigioco dalla quale parte Suarez per servire poi a Mazzola una facile palla per il pareggio e dopo soli altri due minuti concedendo un inesistente rigore ai padroni di casa per un fallo di Colombo commesso almeno mezzo metro fuori dall’area.

Almeno a questo secondo torto s’incarica di rimediare però Cometti parando in due tempi il tiro dagli undici metri di Suarez e tenendoci sul risultato di parità, siamo al quattordicesimo minuto e ci sono già stati due gol, un rigore sbagliato e qualche occasione per parte, insomma non ci si sta annoiando e la partita è molto più equilibrata di quanto si potesse pensare.
Nel primo tempo non ci saranno altri gol, anche se non mancano occasioni da ambo le parti, c’è anche un episodio curioso quando Christensen dopo un diverbio con l’interista Bolchi è invitato dall’arbitro ad andar via, il danese pensa di essere stato espulso e si avvia mestamente fuori dal campo finché i compagni non lo richiamano, i cartellini non esistono ancora, entreranno in vigore solo tra quattro anni.
Nel secondo tempo tutti si aspettano un assedio interista per cercare il gol vittoria e, in effetti, siamo chiusi nella nostra area a difendere il prezioso pareggio, Cometti è autore di quattro veri e propri miracoli su Picchi, Mazzola, Suarez e ancora Mazzola al quale va a bloccare addirittura in presa un bolide diretto sotto l’incrocio dei pali.

Quando sembra ormai inevitabile che il gol arrivi, in effetti…arriva ma è nostro: Olivieri s’invola sulla destra aggirando Masiero e crossa al centro per l’accorrente Christensen che si butta in scivolata sulla palla insieme al portiere Ferretti in disperata uscita, il palo ribatte ma da terra è lesto ancora il danese a toccare della porta sguarnita per l’incredibile 1-2.
Il gol è concesso dall’arbitro, forse conscio di quanto combinato del primo tempo, nonostante le proteste degli interisti che reclamano un peraltro inesistente fallo di mano.

L’assedio dei padroni di casa riprende ancora più furioso ma la stanchezza comincia a farsi sentire, Cometti deve ancora risolvere qualche situazione pericolosa ma sono soprattutto bravissimi tutti i nostri difensori da Rota a Colombo a capitan Gardoni e sono infaticabili i due danesi di centrocampo Nielsen e Christensen nel tamponare e tentare di far ripartire gli ormai esausti Domenghini e Olivieri a favore dell’isolatissimo Da Costa.
Finalmente la partita finisce, in un San Siro gelato si sentono solo gli atalantini esultanti in campo e fuori, anche il grande Maschio fa sportivamente i complimenti agli ex compagni.
Terminata la crisi di Cuba, è terminata anche la piccola crisi atalantina, da qui in avanti per entrambe le squadre, la stagione proseguirà trionfalmente, i milanesi torneranno a vincere uno scudetto dopo una decina d’anni e noi termineremo con un ottimo ottavo posto ma soprattutto vinceremo sullo stesso campo la Coppa Italia, peccato non esista ancora la Supercoppa altrimenti ci saremmo ritrovati

Dino Da Costa
dodici gol nella Serie A 62/63
Kurt Christensen
due gol nella Serie A 62/63