Campo polisportivo “Mario Brumana” inaugurazione ufficiale
Abbiamo salutato lo “Stadium” il 28 ottobre 1928 con il pareggio a reti bianche con il Modena e l’esordio al “Polisportivo Mario Brumana” non è, come molti credono, nella partita che segna l’inaugurazione ufficiale ma quasi due mesi prima, il primo novembre del 1928 quando travolgiamo la Triestina per 4-1.
E il primo gol è di bomber Buschi alla mezzora, ancora lui, ancora Buschi il giocatore che l’anno prima aveva siglato i gol che ci avevano laureati Campioni d’Italia, seppur di Prima Divisione (la seconda serie dell’epoca).
L’attaccante bergamasco nel successivo campionato di Divisione Nazionale (cioè la serie A) segna il primo gol nerazzurro nell’allora nuovo e moderno stadio che è ancora la nostra casa quasi un secolo dopo.
Giochiamo altre tre partite casalinghe battendo Novara e Casale e pareggiando in rimonta con il Padova con due gol negli ultimi sei minuti.
Alla quarta partita nel nuovo stadio arriva l’inaugurazione ufficiale, e Buschi segna nella vittoria contro la squadra genovese de “La Dominante” che altro non è se non uno degli antenati della Sampdoria: La Dominante è in pratica il nome fascista dell’Andrea Doria che fondendosi con la Sampierdarenese darà nel primo dopoguerra vita ai blucerchiati.
L’inaugurazione avviene due giorni prima del Natale 1928 con grande enfasi, come d’uso ai tempi, e con cerimonie che, iniziate in tarda mattinata, proseguono fino a sera con la presenza di autorità a livello nazionale come il segretario del Pnf (Partito Nazionale purtroppo Fascista) Turati che pronuncia uno dei tanti discorsi ufficiali della giornata.
Non c’è solo lo stadio da inaugurare ma anche i Magazzini Generali al Conventino e il Palazzo Nuovo, cioè il restaurato palazzo della biblioteca in Piazza Vecchia.
Alle quattordici circa inizia il primo tempo, nel raro filmato si vedono pure fasi della partita, noi siamo nella classica tenuta nerazzurra mentre La Dominante è in maglia nera (forse in ossequio ai gerarchi presenti vista l’epoca oscura non sarebbe così strano) nell’intervallo entrano in Tribuna d’Onore le autorità nel frattempo sopraggiunte mentre sul terreno di gioco si esibisce la sezione atletica atalantina, ci sono pure i Balilla sciatori (che sono semplicemente dei bambini in divisa fascista con dei piccoli sci di legno in mano).
In uno stadio strapieno inizia poi il secondo tempo: eh si c’è anche la partita
vinta con relativa facilità su un terreno gelato grazie al solito opportunista d’area Buschi (anche se sul quotidiano cittadino è citato come marcatore Gianelli) nel primo tempo e al gol su rigore di Perani II (concesso per clamoroso fallo di mano) che chiude la partita a pochi minuti dal termine.
Il gol di Buschi ai genovesi è ricordato come primo gol ufficiale nel nuovo stadio che sarà poi intitolato al fascista Brumana, denominazione che nel dopoguerra sarà cambiata in “Stadio Comunale” poi in ”Atleti Azzurri d’Italia”e ora in “Gewiss Stadium” anche se la vera intitolazione l’ha fatta la Nord dedicando l’impianto alla famiglia Bortolotti.
Lo stadio per i tempi è modernissimo con la splendida copertura a sbalzo della tribuna tuttora esistente e unica in Italia, anche la capienza è notevole per l’epoca,dodicimila spettatori divisi fra Tribuna Coperta e Gradinata, l’attuale tribuna ora in rifacimento
Non esistono ancora le curve e al posto della Nord ci sono campi da tennis e
piscina che comunque formano un impianto davvero completo, il nome ufficiale è, infatti “Polisportivo M. Brumana”.
In tutto questo tripudio di festeggiamenti e vittorie c’è solo un piccolo dettaglio da rilevare: le due partite inaugurali, l’ufficiosa e l’ufficiale, sono due delle sole sei vittorie totali, arriviamo terzultimi ma anche fare un poco meglio non sarebbe bastato; è finalmente finita l’epoca dei continui cambi di format, delle “Divisioni Nazionali” ecc… dalla stagione 1929/1930 farà la propria comparsa il girone unico, Serie A e Serie B come le conosciamo ora.
Le stagioni 1927/1928 serve per comporre i ranghi di partenza, le prime otto
dei due gironi di Divisione Nazionale formeranno la Serie A e le altre come noi, ripartiranno dalla Serie B.
Ci vorranno dieci anni per la prima vera promozione della nostra storia, un po’ di pazienza e arriveremo anche noi a occupare il posto che ci spetta di diritto nella massima serie.
Esaminiamo ora il filmato per cogliere tutti i particolari di un documento così importante, nella prima inquadratura si vede la Gradinata e scopriamo che in alto, sotto la scritta “Caffè” c’è pure un piccolo bar per gli spettatori.
Seguono delle fasi di gioco del primo tempo, si vede un rinvio del nostro portiere, la palla gli viene scodellata dal nostro difensore che batte il rinvio, evidentemente all’epoca la regola era paradossalmente simile all’attuale, la palla non doveva uscire dall’area; si nota poi l’arbitro in tenuta bianca (visto che i genovesi sono in maglia nera) e pure fotografi dietro la nostra porta.
Sono sicuramente le prime immagini esistenti di una nostra partita, pochi secondi ma scrivono la storia, la nostra storia.
Si vede poi nell’intervallo tutto il codazzo che segue Turati attraversare il campo per entrare in Tribuna Coperta (già inquadrata in precedenza) qualche immagine ancora della partita e poi il filmato salta al termine dei novanta minuti quando vengono aperti i cancelli e tutta la folla può entrare sul campo di gioco (non c’è pericolo di rovinarlo è già in pessime condizioni, gelato e irregolare) per ascoltare il pomposo discorso d’inaugurazione.
Ad imitazione del suo capo pure Turati si agita come un indemoniato, non fateci caso è solo la moda d’epoca, meno di venti anni e costoro scompariranno nel nulla, per i più coraggiosi sulla pagina dell’Eco di Bergamo c’è il testo completo del discorso nel quale si possono trovare perle come “abbiamo riafferrati tutti gli impeti” .