Atalanta-Napoli 1-0
Hitchens 69′
Stadio Comunale
6 marzo 1966
24a Serie A 65/66
Si spezza a Bergamo il sogno tricolore del Napoli.
È un vero e proprio testacoda quello che va in onda in una bella giornata di sole davanti a più di venticinquemila spettatori: per la prima volta nella propria storia il Napoli è in lotta per lo scudetto, l’arrivo di Altafini e Sivori ha fatto letteralmente impazzire la folla partenopea.
All’andata siamo stati travolti da cinque reti con tripletta di Altafini e i pronostici per questa partita, vista anche la nostra precaria situazione di classifica (siamo terzultimi con un punto di vantaggio sulla zona retrocessione), sono tutti favorevoli ai partenopei seguiti a Bergamo da numerosi sostenitori che si fanno notare per striscioni e bandiere; addirittura c’è un’orchestrina con tromba, batteria, chitarra e tamburo diretta da un tifoso che indossa la maglia numero sette del brasiliano Canè.
Sono numerosi, però, anche gli striscioni nerazzurri e sono orgogliosamente sventolate le bandiere atalantine, ai ragazzi del Patronato San Vincenzo sono stati affidati una ventina di nuovi stendardi che formano una notevole coreografia e reggono il confronto con l’entusiasmo partenopeo.
Siamo ormai a metà del girone di ritorno e il Napoli è secondo in classifica a soli due punti dall’Inter capolista: tutti si aspettano quindi che siano gli azzurri a fare la partita per conquistare una vittoria fondamentale nella rincorsa al primo scudetto.
Dopo soli tre minuti è però il portiere napoletano Bandoni il primo a esser impegnato da una bordata esplosa dal limite dell’area dal nostro centravanti, il possente inglese Hitchens, che già una settimana prima aveva deciso il confronto interno con il Cagliari di un giovane ma già pericoloso Gigi Riva.
Nel primo tempo non si segnalano occasioni clamorose da ambo le parti ma certo la squadra più pericolosa siamo comunque noi e tutti i tentativi del celebratissimo duo sudamericano in maglia azzurra sono stroncati dalla nostra attentissima difesa con il libero Gardoni e il portiere Cometti sempre concentrati in ogni situazione.
Il secondo tempo riprende con gli stessi ritmi, il Napoli tenta timidamente di fare qualcosa in più ma ancora una volta siamo noi la squadra pericolosa ed è Danova, servito da Hitchens, dopo un quarto d’ora ad andare vicinissimo al vantaggio con un rasoterra che fa la barba al palo di Bandoni.
A forza di spingere però finalmente il gol arriva, sull’ennesima punizione laterale dello specialista Mereghetti c’è un cenno d’intesa con il centravanti che a sorpresa chiama la palla rasoterra, il giochino riesce perfettamente: tutti aspettano la palla alta invece su cross basso e teso si avventa l’inglese che con un perentorio esterno destro scaraventa in rete proprio sotto la Nord (non ancora del tutto completa) pazza di gioia come tutta la parte di stadio nerazzurra, siamo in vantaggio e l’abbiamo strameritato.
Mancano venti minuti al termine, il Napoli tenta di reagire, tiene palla ma non arriva mai a impensierire seriamente Cometti, nel finale Altafini e Sivori provano anche ripetutamente con delle simulazioni ma l’arbitro De Marchi non si fa impietosire non cascando mai nella trappola degli esperti sudamericani.
Si arriva così al termine con la meritatissima vittoria atalantina, il risultato seppure a sorpresa va addirittura stretto giacché l’unico portiere impegnato è stato quello ospite mentre Cometti ha solo dovuto svolgere, pur con sicurezza, l’ordinaria amministrazione.
Negli spogliatoi i napoletani ammettono sportivamente che la vittoria atalantina è più che meritata, all’uscita tutti attendono il bomber inglese per festeggiarlo, quando Hichens tenta di uscire sparisce nell’abbraccio di alcune migliaia di persone e riesce a malapena a salire su un’auto che lo “salva” dall’entusiastico affetto del popolo atalantino in festa.
La rincorsa napoletana allo scudetto si ferma in pratica qui, l’Inter scappa a quattro punti e manterrà questo vantaggio fino al termine, mentre noi ci salveremo con relativa facilità, i partenopei arriveranno terzi rimpiangendo amaramente i punti lasciati a Bergamo, qui non si passa: la recentissima nascita del Club Amici dell’Atalanta è stata degnamente celebrata.