Atalanta-Lazio 1-0
Stromberg 66′
Stadio Comunale
9 febbraio 1992
20a Serie A 91/92
Glenn segna e saluta.
Inutile cercare di spiegare, Glenn è Glenn, ogni parola in più, parlando tra atalantini, è superflua.
Glenn è Glenn anche quando decide a metà della sua ottava stagione atalantina che non ce ne sarà una nona, che a fine campionato smetterà di giocare.
L’annuncio arriva a inizio febbraio proprio nella settimana che segue la brutta sconfitta di Ascoli contro il fanalino di coda già staccatissimo (che, infatti, arriverà ultimo staccatissimo), la classifica non dà particolari preoccupazioni, siamo in un tranquillo centroclassifica con vista UEFA (e così sarà al termine) ma la brutta prestazione in terra marchigiana insieme all’annuncio a sorpresa dello svedese non sembrano buoni presagi per la partita con la Lazio.
Il fatto che il capitano decida di smettere a soli trentadue anni sorprende tutti, qualche problema fisico c’è ma nulla di grave, Glenn però spiega che vuole smettere quando ancora sta bene e, soprattutto, per PROPRIA decisione senza sentirsi in qualche modo sopportato.
Non ci sono striscioni particolari per lo svedese forse perché l’annuncio è arrivato solo il giovedì e l’attenzione è soprattutto sulla partita stessa che in qualche modo si potrebbe definire uno scontro diretto per la zona UEFA poiché, vincendo, raggiungeremmo i romani a quota ventidue al sesto posto.
In effetti, a caratterizzare l’incontro è un duello rusticano tra Bigliardi e Ruben Sosa che si picchiano allegramente, prima il nostro stopper se la cava perché arbitro e guardalinee non vedono una sua reazione, nel secondo round invece la reazione del laziale non sfugge e l’attaccante se ne va negli spogliatoi mentre Billy se la cava con il giallo.
Nel primo tempo oltre alla boxe solo un’occasione per parte, Nicolini salva sulla linea mentre una sassata di Perrone sibila vicino al palo, ma nella ripresa cambia tutto, senza avversario diretto Bigliardi fa il libero e Stromberg può giocare a metà campo rivelandosi, in tutti i sensi, l’uomo in più.
Facciamo ovviamente noi la partita, prima un gol di Caniggia da posizione assolutamente impossibile è annullato perché la palla era uscita (ma è un tocco a effetto fantastico) e poi arriva il gol decisivo.
Il protagonista è ancora Bigliardi che si sgancia sulla destra e mette in mezzo rasoterra, sulla palla si avventano portiere, il libero Soldà (si lui), Gregucci (si lui 2) e Piovanelli, nessuno la prende e la sfera arriva a Stromberg dalla parte opposta, il capitano stoppa, guarda e decide per un rasoterra sul primo palo che impedisce ogni intervento ai difensori arretrati sulla linea.
Siamo a metà secondo tempo e non abbiamo particolari difficoltà a portare a termine la vittoria insidiata solo da un colpo di testa di Sergio, in compenso il portiere Fiori salva il raddoppio due volte su Pasciullo.
Finisce così e Stromberg, uomo del giorno, è per la seconda volta in tre giorni assediato da stampa locale e nazionale negli spogliatoi anche se la festa vera sarà per la sua ultima partita contro il Torino.
Una grandiosa coreografia celebrerà lo svedese, anche se in realtà Glenn non giocherà perché febbricitante e si limiterà a entrare in campo prima delle squadre.
Giocherà invece il Trofeo Bortolotti andando poi a consegnare la sua ultima maglia nerazzurra al signor Achille, per lui un vero e proprio secondo padre.