Atalanta-Inter 3-1
Danova 10′
Savoldi 22′
Dell’Angelo 29′
Stadio Comunale
15 ottobre 1967
4a Serie A 67/68
Beppe gol batte la (non più) Grande Inter.
Dopo Mister cento milioni ecco Mister due miliardi, anche se in questo caso non siamo noi a incassarli ma il Bologna qualche anno dopo.
Dopo Jeppson ecco Savoldi, dalla Svezia a Gorlago, cestista mancato ma centravanti dall’elevazione spettacolare.
Aveva esordito due anni prima, aveva segnato i primi gol nella stagione precedente ma il campionato 1967/1968 è quello dell’esplosione definitiva e, come già accaduto tante altre volte in questi casi, è di conseguenza l’ultimo in nerazzurro, lo ritroveremo a correre verso la nostra porta in cambio dei soldi necessari per andare avanti ad alto livello.
La stagione è sofferta, dopo un ottimo inizio abbiamo un forte calo e ci salviamo all’ultima giornata pareggiando a Sampdoria aggrappati ai dodici gol di Savoldi, quasi la metà di tutti quelli realizzati giacché come squadra ci fermiamo a ventisei, il secondo bomber è l’ala Danova con cinque reti.
Ospitiamo l’Inter alla quarta giornata dopo due sconfitte esterne e il pari con la Juventus campione d’Italia, i biscioni sono ormai alla fine del ciclo di H.H. che, infatti, a fine campionato andrà alla Roma.
I milanesi hanno perso qualche mese prima scudetto e finale di Coppa dei Campioni in pochi giorni e, anche se tutti i protagonisti delle vittorie degli anni sessanta ci sono ancora, qualcosa si è rotto, infatti non andranno oltre il quinto posto.
Tutto questo è ormai storia ma al momento batterli è comunque una soddisfazione e i due punti sono importanti.
Stadio pieno, ventitremila paganti e per dovere di ospitalità, come d’uso, giochiamo noi con la seconda maglia, bianca a strisce orizzontali nerazzurre; la partita contro ogni previsione la facciamo noi dall’inizio alla fine e, ancora più incredibile, è già chiusa entro la prima mezz’ora.
Dieci minuti e siamo già in vantaggio, crossa il piccolo e tracagnotto Rigotto, stacca altissimo Savoldi che fa ponte per Danova che da pochi passi infila Sarti grazie anche al liscio di Facchetti.
Pareggia Nielsen dopo cinque minuti, cross di Corso, la nostra difesa si addormenta e libero in piena area il danese trafigge Cometti.
Ci si attende a questo punto che i biscioni prendano in mano la partita ma dopo altri dieci minuti lo stadio riesplode, palla rasoterra di Tiberi, Rigotto lascia passare (o sbaglia il controllo), Suarez ingannato la tocca male e Savoldi si trova la palla sul piede, due passi e bomba che Sarti non la vede nemmeno, 2-1.
Anche se il tifo organizzato non c’è ancora lo stadio è in piena ebollizione, stiamo battendo anzi surclassando la (ex) Grande Inter del Mago e, infatti, passano solo sette minuti e crossa lo scatenato Tiberi, Savoldi stacca e fa il ponte e questa volta è Lucio Dell’Angelo a infilare al volo in piena area, il primo gol è uscito bene abbiamo replicato, 3-1 e siamo solo alla mezzora.
Il punteggio non cambierà più, sono finiti i gol ma non le occasioni, é Cometti a dover salvare su un bolide angolatissimo di Domenghini poi si va al riposo.
Anche nella ripresa gli interisti ripartono all’attacco ma le migliori occasioni sono ancora nostre, prima Rigotto è egoista e non appoggia a Danova che avrebbe messo in rete per il 4-1 e poi è bravo Sarti a fermare in due tempi un bolide di Tiberi, probabilmente il migliore in campo.
Finisce abbastanza tranquillamente con il doppio vantaggio che avrebbe anche potuto esser maggiore, è stata un’ottima Atalanta contro un Inter che, anche se ancora non lo sa, è alla fine di un ciclo.
Chi invece è solo all’inizio è Savoldi, aveva già segnato nella sconfitta di Cagliari e si scatena poi nella successiva partita, ancora a Bergamo, con il Varese.
La sfida con l’altro attaccante emergente il biancorosso Anastasi evidentemente lo carica, ne farà tre e finirà 4-0, l’anno successivo Savoldi andrà al Bologna, Anastasi andrà alla Juventus e senza i loro bomber Atalanta e Varese andranno in Serie B.