Atalanta-Ancona 2-1
Stadio Comunale
24 gennaio 1993
17a Serie A 92/93
Libero… di segnare, liberi di sognare.
Ultima di andata, è l’Atalanta di Lippi e in campo di Ganz e Rambaudi, la classifica è più che positiva ma, incredibilmente, capita di sentire mugugni e fischi.
Ospitiamo l’Ancona neopromosso e penultimo in classifica e l’occasione sembra ghiotta per arrivare a una posizione storica, siamo terzi con Lazio e Juventus, tre punti avanti c’è l’Inter mentre il Milan capolista è lontano undici punti.
La partita in realtà presenta varie difficoltà, la formazione è di emergenza, Magoni deve fare il marcatore e a metà campo è affrettato il rientro dopo tre mesi di Alemao (reduce da un infortunio), oltretutto a fianco del brasiliano deve debuttare Tacchinardi per una linea mediana assolutamente inedita.
Dopo un quarto d’ora è Rambaudi servito da Ganz a impegnare Nista che respinge a pugni chiusi, ma dopo altri cinque minuti passiamo, corner da destra e Rambaudi tutto solo in mezzo all’area segna in mezza girata, sembra che la partita ormai sia in discesa anche perché la reazione marchigiana si limita a due iniziative di Agostini mentre in contropiede sempre Rambaudi sbaglia il servizio per Ganz solo in mezzo all’area.
Il secondo tempo ricomincia senza particolari sussulti, anche se è l’Ancona a fare la partita visto l’ovvio calo di Alemao, anche Tacchinardi è cambiato con Pasciullo (tra i fischi del pubblico) e all’improvviso arriva il pari, cross da destra di Caccia (sì il futuro atalantino) e Agostini sorprende sia il proprio marcatore Bigliardi sia Ferron che si fa prendere un po’ a mezza strada.
Sul pari la partita si accende ulteriormente, entrambe le squadre provano a vincere, si fa notare Rodríguez (l’attuale procuratore di molti argentini) con due dribbling pericolosissimi in area biancorossa ma anche per un calcione in reazione fortunatamente non visto dall’arbitro.
Il gelo già notevole di suo sembra aumentare nello stadio quando, a due minuti dal termine, l’ex Bruniera corregge una punizione da sinistra e centra il palo interno, ma la temperatura ha uno sbalzo clamoroso proprio all’ultima azione.
Siamo al terzo minuto di recupero, teniamo presente che siamo nel 1993, non esistono indicazioni sulla durata (comunque tre minuti corrispondono circa a più del doppio odierni) e Montero porta avanti probabilmente l’ultima azione della partita, evita un avversario, scambia con Perrone e da una trentina di metri leggermente spostato sulla destra esplode un sinistro ciclonico che s’infila in diagonale sotto l’incrocio opposto (e sotto una Nord che sembra crollare di entusiasmo).
Il giovane libero va a esultare alla vetrata dove è sommerso dai compagni, la partita dura ancora due lunghissimi minuti e poi l’arbitro Rosica fischia la fine, abbiamo vinto e scopriamo che i due punti ci consentono di chiudere l’andata solitari al terzo posto a venti punti, seconda l’Inter a ventitré e primo il Milan a trentuno.
E’ una posizione storica, mai nei tempi moderni, perlomeno fino all’era Gasp siamo stati terzi solitari a fine andata, avremo un naturale calo e termineremo settimi, vicinissimi alla zona Uefa, Lippi se ne andrà dopo un solo anno e comincerà il campionato disastroso con Guidolin, cambierà anche il presidente con la fine della prima era Percassi e l’inizio della lunga presidenza Ruggeri.