Atalanta-Fiumana 1-0
Poggia 5′
Stadium della Clementina
5 dicembre 1926
Prima Divisione Nord 26/27
9a Girone B
Prosegue la serie positiva, d’altra parte ne perderemo tre in tutto il campionato e arriveremo secondi, contro la squadra di Fiume (all’epoca italiana) è una partita molto particolare, la città oggi croata fu italiana dal 1924 al termine della seconda guerra mondiale.
L’accoglienza alla squadra fiumana inizia al mattino quando vengono invitati in gita in Città Alta con un “elegante autobus” poi i giocatori di entrambe le squadre si trovano a pranzo al Nazionale (anche se chi deve giocare viene mantenuto molto leggero, ovviamente).
Allo Stadium si danno appuntamento in 3.000 per l’occasione le forze dell’ordine ammontano ad una sessantina tra carabinieri e milizia (un numero sbalorditivo per l’epoca), l’incasso è di 15.000 lire, notevole cifra per la felicità dei dirigenti atalantini che hanno solo questa forma di entrata.
Presenti le autorità, gentili dame bergamasche consegnano ai giocatori ospiti un omaggio floreale (che si vede nella foto sopra), lo Stadium è strapieno molto prima dell’inizio, il parco auto (il parcheggio dell’epoca) pure, continua ad arrivare gente che probabilmente non troverà posto, ci sono anche molti ragazzi dei collegi che si sistemano sulle curve della pista ciclistica intorno al campo.
Arbitra Gama ritenuto il miglior direttore di gara dell’epoca, dopo tutte le formalità sopradescritte finalmente si gioca, si scatena il tifo atalantino che subito viene accontentato, dopo quattro minuti su centro di Pedrazzini il capitano Poggia spara sotto la traversa, sarà il gol decisivo.
Il resto della partita è costellato di occasioni mancate (il grande Lukacs non è in giornata), grandi parate dei portieri (soprattutto del nostro Fumagalli) gol annullati (uno noi, due loro) pali (nostri, quanti non si sa di preciso).
Finisce 1-0, l’aspetto divertente è quello lessicale, ovviamente la squadra fiumana è piena di giocatori il cui cognome non è esattamente italiano, molti finiscono in “ic” , la stampa italiana con totale sprezzo del ridicolo italianizza con risultati a volte comici alcuni cognomi ( il mediano Muzul diventa Musioli, Varglien, che poi allenerà l’Atalanta dei primi anni quaranta, diventa Vaiglieri) mentre lascia con il cognome originale altri giocatori, il tutto senza logica.