Atalanta-Lazio 3-2
Longoni 6′
Brugola 29′
Vittoni 89′
Stadio Comunale
10 ottobre 1954
4a Serie A 54/55
Quarta di campionato, battiamo la Lazio in un combattuto e emozionante incontro, talmente emozionante che un giocatore della Lazio sviene dopo aver segnato.
Nel primo tempo Longoni ci porta in vantaggio dopo sei minuti e Brugola raddoppia alla mezzora, si va al riposo sul doppio vantaggio.
Alla mezzora però si strappa anche Longoni (probabilmente si stira ma all’epoca tutto viene definito strappo), siamo nel 1954 c’è la Rai Tv ma le sostituzioni ancora no e quindi rimaniamo praticamente in dieci.
Longoni rimane in campo per cercare comunque di dare una mano giocando comunque da fermo.
La Lazio approfitta della superiorità numerica e pareggia con due gol in due minuti a metà secondo tempo, sul secondo gol l’autore della rete, Burini, viene sommerso dai compagni festanti e, letteralmente, sviene.
All’ultimo minuto o, come si dice all’epoca, in “Zona Cesarini” (dal nome di un giocatore anni trenta che segnava spesso a fine partita) il gol vittoria è di Vittoni.
Da osservare in queste bellissime foto che, nonostante la Lazio giochi in consueta maglia biancazzurra, noi siamo con la seconda maglia bianca con righe orizzontali nero e azzurra.
Si vede anche bene come lo stadio, strapieno in ogni angolo possibile, ormai inizi ad essere troppo piccolo, in questo caso 12.000 gli spettatori presenti.
Anche questo risultato contribuisce a una schedina milionaria, un solo 13 di un signore di Torino (all’epoca ingenuamente si compila pure il retro della schedina con nome, cognome e indirizzo) che vince la spaventosa somma per l’epoca di 243 milioni, molto all’incirca quasi tre milioni di euro di oggi.
Nella bergamasca sei anni prima, nel 1948, aveva vinto una cifra inferiore, ma sempre clamorosa, 63 milioni, un costruttore di bare di Treviglio con una schedina compilata a caso con le trottoline che ricordo anch’io negli anni sessanta.
Questo signore sente alla radio la schedina vincente, scopre di aver fatto fortuna e, in piena notte, vengono a bussare alla sua porta: siamo nel 1948, ci sono ancora molte armi in giro e il Signor Amelotti (questo il suo cognome) accoglie i funzionari della Sisal (i miei coetanei lo sanno, è il nome del Totocalcio all’epoca) venuti a comunicargli la vincita con la pistola spianata temendo che fossero banditi venuti a rapinarlo del fortunato tagliando.