Udinese-Atalanta 1-2
Favini 35′
Olivieri 44′
Udine
Stadio Moretti
17 settembre 1961
5a Serie A 61/62
Il Maestro Favini ci porta in vetta.
Prima di campionato, andiamo a San Siro contro l’Inter e ne prendiamo sei, non pare un buon auspicio e invece infiliamo tre vittorie consecutive battendo il Venezia in casa poi la Spal a Ferrara e poi la Juve con un netto 3-1 ancora a Bergamo nel turno infrasettimanale, siamo a un punto dall’Inter capolista e ci aspetta la difficile trasferta di Udine per cercare i sei punti in otto giorni.
Ci allena ancora il bravo Valcareggi (che diventerà poi il C.t. della Nazionale a fine anni sessanta vincendo gli Europei del 1968 e cedendo solo a Pelè nei mondiali messicani del 1970) che schiera una formazione con una difesa a forte componente bergamasca con Cometti, Rota, Roncoli e Gardoni mentre davanti ci trascinano i gol dei pesi leggeri Olivieri e Favini, si è proprio lui, Fermino detto Mino, il tutto sotto la direzione del direttore d’orchestra, il grande Maschio.
A Udine però Maschio non c’è per infortunio e la sua assenza naturalmente pesa, i padroni di casa si dibattono in fondo alla classifica e quindi al vecchio Moretti troviamo un ambiente caldo anzi caldissimo, vista la tropicale temperatura nonostante si sia ormai a metà settembre.
L’inizio è tutto bianconero, i padroni di casa spingono furiosamente e la difesa atalantina è sottoposta a una notevole pressione ma regge anche grazie un salvataggio di Rota a pochi passi dalla linea di porta, il centrocampo copre bene e pure le ali Olivieri e Favini rientrano spesso lasciando isolato Nova.
Nella prima mezz’ora la prevalenza offensiva dell’Udinese è evidente, anche se in contropiede riusciamo a orchestrare qualche buona azione sprecata però da Christensen che si mangia una grossa occasione mancando completamente il tiro solo davanti al portiere.
L’occasione mancata è, però, un segnale che qualcosa sta cambiando e quando mancano dieci minuti al termine della prima frazione troviamo improvvisamente il gol: il veloce Favini intercetta palla a metà campo, scambia con Nielsen e appena entrato in area infila con un preciso diagonale sull’uscita del portiere per l’inaspettato vantaggio atalantino.
Al riposo andiamo però addirittura con due gol di vantaggio perché proprio all’ultimo minuto Olivieri esplode un missile su punizione dal limite che il portiere udinese nemmeno vede, 0-2 e tutti negli spogliatoi per un tè (freddo però).
La ripresa è un monologo dell’Udinese inframezzato da qualche contropiede nerazzurro, tanto sbattersi dei padroni di casa crea una serie di occasioni: un rigore fischiato per un dubbio fallo di mano di Roncoli e sprecato con un tiro alto da Tinazzi, il gol che accorcia le distanze a metà frazione (realizzato da Canella che riprende una deviazione della nostra difesa su un tiro da fuori ancora di Tinazzi) e un gol annullato dopo una furibonda mischia in area atalantina per un fuorigioco peraltro evidente di ben due giocatori friulani.
C’è poi un furioso assedio finale, dove Cometti deve prodursi in una serie di parate e uscite volanti per salvare il risultato.
Arriva finalmente il fischio finale, si festeggia la quarta vittoria consecutiva e il primato in classifica che condividiamo con l’Inter, le due nerazzurre hanno superato il Milan e dopo cinque giornate guardano dall’alto tutto il resto della compagnia… pista pista arriva la capolista atto primo, ci vorranno quarant’anni circa per il secondo.
A fine campionato arriverà un ottimo sesto posto e Maschio coronerà la sua grande stagione con la convocazione in Nazionale per gli sfortunati Mondiali in Cile, Favini realizzerà tre reti in tutto il campionato, non avrà poi una grande carriera giocando ancora qualche anno a Brescia in Serie B ma diventerà il campione che tutti conosciamo come scopritore di giovani talenti.