Atalanta-Inter 1-1
Osti 48′
Stadio Comunale
16 settembre 1984
1a Serie A 84/85
Il gol atalantino più visto a Bergamo.
Prima giornata di campionato nello stadio ampliato dai lavori estivi, in pratica è stata eliminata l’ormai vetusta e inutilizzata pista di atletica e sotto curve e gradinata compaiono le tribunette metalliche che portano la capienza oltre le quarantamila persone.
Numero che peraltro non sarà mai superato poiché man mano negli anni la capienza sarà ridotta per motivi di sicurezza e successivi lavori di ammodernamento, ma qui saremo già nella prima era Percassi, cioè nei primi anni novanta quando arriverà anche il primo tabellone elettronico.
L’entusiasmo è alle stelle, gli abbonamenti quasi poiché è stata raggiunta la cifra record di 17.740, record tuttora in vigore e difficilmente battibile.
Tuttavia rimane comunque libero più di metà stadio per la vendita dei singoli biglietti, oggi rimarrebbe disponibile meno di un terzo dei posti.
Come se tutto questo non bastasse, la prima giornata prevede che a Bergamo arrivi l’Inter regina del mercato estivo (peccato poi arrivi più o meno sempre l’autunno) grazie agli acquisti di Rummenigge e Brady anche se il tedesco non è disponibile per questa partita e si distingue anche da lontano in tribuna d’onore con brillante maglioncino verde evidenziatore mentre firma autografi.
In campo al suo posto c’è Muraro che dopo soli otto minuti porta in vantaggio i biscioni sotto la Sud strapiena come tutto il resto dello stadio, sì perché siamo in 43.426, secondo la stampa locale circa quarantacinquemila, record assoluto di presenze mai battuto.
Ci siamo fatti sorprendere da un corner di Brady battuto corto per il successivo cross sempre dell’irlandese incornato dall’ex varesino che stacca tutto solo quasi in area piccola battendo l’incolpevole Benevelli che può solo raccogliere il pallone in rete.
Come altro compito nei novanta minuti il baffuto portiere avrà una parata di ordinarissima amministrazione su tiro centrale ancora di Muraro poi si potrà tranquillamente godere la giornata di sole e la partita perché l’Inter scompare letteralmente dal campo non capendoci più nulla.
E’ probabilmente di là del risultato (e insieme a, paradossalmente, una sconfitta del 2002 e a, meno paradossalmente, al recente 4-1) la partita più largamente dominata in casa con i biscioni, giochiamo solo noi e il primo tempo si chiude incredibilmente ancora in svantaggio perché sembra ci sia un vetro davanti alla porta di Zenga.
E’ difficile raccontare tutte le occasioni, due minuti dopo il gol Pacione prende la traversa, dopo altri due minuti un cross di Stromberg (che gioca con il braccio destro vistosamente fasciato per l’infortunio capitato a Taranto in Coppa Italia) è deviato in angolo, batte Magrin e sotto la porta di Zenga si crea una mischia paurosa che non porta a nulla, dopo altri tre minuti ancora Zenga su Magrin e dopo un altro minuto è il Magno che va a cercarsi il “suo” solito rigore ma siamo in Serie A e ovviamente non glielo danno, anzi nel secondo tempo succederà di molto peggio.
Dopo tutti questi “dopo” siamo in realtà al quarto d’ora del primo tempo ed è già assedio, alla mezzora arriva la seconda traversa ancora di Pacione questa volta di testa, ancora Pacione riprende una respinta corta di Zenga su bomba di Magrin ma spara ancora addosso al portiere milanese, il primo tempo si chiude così tra l’incredulità generale sullo 0-1.
Dopo soli due minuti della ripresa però giustizia è parzialmente fatta, punizione di Magrin dalla sinistra e stavolta è Osti a svettare su Muraro pareggiando i conti personali e pure la partita.
L’assedio riprende e dopo dieci minuti c’è il fattaccio, probabilmente il rigore più netto negatoci che io ricordi (e ce ne sono stati): Pacione entra in area sulla destra, Ferri in netto ritardo da dietro gli zompa sulla caviglia e lo abbatte, è talmente solare anche rivedendolo che è difficile ancora oggi pensare che non sia stato dato.
Longhi concede un inverosimile calcio d’angolo anche se tra Ferri e la palla c’è un tale spazio da rendere impossibile un tocco dell’interista.
Inutile parlare della valanga di proteste in campo e fuori, anche Sonetti parte dalla panchina e arriva quasi nell’altra area (siamo sotto la Sud).
Si continua e siamo sempre noi a fare la partita, fallo su Soldà, vantaggio, tira il Magno, Zenga non trattiene e si crea la seconda mischia lacoontica in area ma la palla non entra proprio.
Ormai siamo in debito d’ossigeno e l’ultimo quarto d’ora non produce nulla salvo un’ammonizione all’isterico Causio che viene per sicurezza cambiato, l’Inter è ben contenta di portarsi a Milano un punto, certo come squadra regina del mercato e favorita per il titolo non ha fatto una grande figura, diciamo pure che non ha visto palla.
Il giorno dopo anche la stampa milanese ci rende i giusti onori titolando “Bergamaschi scatenati, due traverse, gol di Osti e rigore negato” peccato che poi l’arbitro in pagella si prenda un bel sette, forse alla rosea non è ben chiaro chi sia il responsabile del rigore negato, d’altra parte con quasi quarantacinquemila presenti è facile confondersi.