1962/1963: senza Maschio ecco la Coppa Italia
La prima notizia dell’estate atalantina è il ritorno di Tentorio, è passato solo un anno da quando aveva detto che la famiglia, la professione ecc… in realtà non ce la fa a star lontano e Turani è ben felice di dargli pieni poteri.
La prima conseguenza è il cambio di allenatore, Valcareggi aveva sofferto nel suo primo anno sulla nostra panchina la coesistenza con Tentorio, la squadra ha infatti fatto meglio (e giocato meglio) nella stagione appena conlusa quando il nostro mister si è in qualche modo sentito più “libero” dalla presenza del nostro storico dirigente.
A questo punto però Valcareggi preferisce andare alla Fiorentina e arriva il nostro ex giocatore di inizio anni quaranta Tabanelli, rimarrà solo questa stagione (tornerà anni dopo) ma scriverà la storia.
E’ anche l’estate della cessione della stella Maschio, ormai richiestissimo, stavolta è impossibile tenerlo; l’italo-argentino è in ritiro con la nazionale italiana a San Pellegrino in preparazione dei mondiali del Cile, lo vuole la Juventus e lui, che è in camera con la stella dei bianconeri e connazionale Sivori, è felice di andarci ma soprattutto ne è convinto.
Solo che Maschio è richiesto anche dal proprio ex allenatore Valcareggi che va a Firenze a patto che i viola glielo comprino, si crea un giro di mercato interessante perché Herrera vuole assolutamente per l’Inter due giocatori viola (Hamrin e Castelletti).
Va a finire che i milanesi ci comprano Maschio alla notevolissima somma di 170 milioni (l’abbiamo riscattato solo due anni prima dal Bologna per 70) più il centrocampista Mereghetti per poi girarlo alla Fiorentina con conguaglio per avere i due viola voluti da Herrera.
O meglio così dovrebbe andare ma in realtà Maschio è molto (ma molto) scontento di non andare alla Juve, il mercato per i nazionali oltretutto si chiude prima della loro partenza per il Cile, Sivori si incazza da bestia pure lui con la sua società e alla fine parte per i mondiali una nazionale con gente non proprio felice, si vedrà pure in campo.
L’operazione salta nella sua seconda parte, Maschio rimane all’Inter, dove comunque vincerà lo scudetto giocando però pochissimo, noi con i 170 milioni saniamo ampiamente il consueto deficit di bilancio.
Per il resto le operazioni sono poche, in uscita oltre a Maschio è l’ala (futuro maestro) Favini che torna al Brescia in Serie B, a soli 24 anni deve lasciare il calcio Pizzi per una nefrite, un vero peccato.
L’unico acquisto di peso è appunto Mereghetti dall’Inter nell’affare Maschio, sostituire l’italoargentino è impossibile ma il nuovo acquisto ci va relativamente vicino, è tecnico, ha visione di gioco e tiro da lontano, aveva fatto bene all’Udinese ma poi si era perso all’Inter, qui rimarrà per quattro, ottime, stagioni.
I giovani saliti in prima squadra però ormai sono pronti a fare i titolari, Domenghini lo dimostrerà ampiamente, esordisce anche Pesenti dal vivaio e inizia a formare con Nodari, che torna dal prestito al Chieti, la coppia di terzini che caratterizzerà quasi tutto il decennio, l’inizio di formazione Pizzaballa-Pesenti-Nodari, tutto bergamasco, sarà garanzia di serietà e solidità.
Dalle giovanili entra in prima squadra pure Carioli, centrocampista di Treviglio, rimarrà tre anni giocando pochissimo e poi farà la propria carriera al Potenza in Serie B.
La squadra inizia la stagione in modo dignitoso, passa il primo turno di Coppa Italia a Como, in campionato c’è l’importante 2-3 sul campo della Juventus, paradossalmente facciamo molto bene fuori casa e male in casa.
In trasferta passiamo sul campo di Juve e Inter e pareggiamo su quello del Milan, in casa semplicemente non vinciamo finchè a dicembre, forse come regalo di Natale, la società si convince (anzi l’allenatore la convince) a comprare una punta.
Si cerca di riportare a Bergamo Perani dal Bologna ma il presidente felsineo ce l’ha ancora con noi per la storia di Maschio, si cerca Battaglia, un brasiliano simile al Jair dell’Inter (ma andrà alla Juventus), alla fine prendiamo l’argentino Calvanese dal Catania.
Calvanese in realtà è una punta di manovra ma farà migliorare il nostro rendimento, per cominciare al suo esordio, antivigilia di Natale, battiamo il Palermo espugnando il Comunale.
Finiremo ottavi ma soprattutto, come sappiamo, vinceremo la Coppa Italia, incredibilmente l’anno successivo il mister non verrà confermato.