1945/1946 (1a parte): rinasce la Dea
Finita la guerra si ritorna anche ad aver voglia di Atalanta, certo non è tra i pensieri più immediati dei bergamaschi che sono ancora amministrati dall’autorità alleata, la città tornerà, con tutta la Lombardia, all’amministrazione del governo italiano solo dal 1 gennaio 1946 ma se ne parla dopo due anni di totale silenzio.
I pensieri immediati sono ovviamente trovare un lavoro e procurare da mangiare per sè e per la propria famiglia ma l’Atalanta è talmente amata che già il primo giugno, un mese dopo la Liberazione (avvenuta a Bergamo il 28 aprile), il Pesenti pubblica un articolo dove si elogia il Commissario del Coni per Bergamo, Clemente Mayer, per l’opera che sicuramente porrà in essere per la rinascita dello sport bergamasco, Atalanta in primis.
Il 7 giugno c’è la storica assemblea pubblica alla Camera di Commercio nella quale rinasce in pratica la società, viene nominato il nuovo presidente, Daniele Turani, che ci guiderà per diciannove anni tenendoci in Serie A per diciotto di questi, vincendo la Coppa Italia e scrivendo la nostra storia, sotto la sua guida diverremo la “regina delle provinciali” e verranno poste basi solidissime per la moderna Atalanta.
Per il momento però Turani è un giovane industriale di trentotto anni (nato simbolicamente nel 1907) non è particolarmente ricco ma già molto esperto commercialmente, il tipico senso degli affari bergamasco.
Segretario viene eletto Pietro Mazzoleni, darà anch’esso il proprio contributo, e si inizia a parlare di giocatori, quanti sono rimasti nella bergamasca (pochi, pochissimi) e quanti sono un pò ovunque, qualcuno in Svizzera come Citterio, qualcuno sparso in altre squadre dove ha giocato negli ultimi due anni prima della sospensione totale.
Il problema principale è, come al solito, economico, serve raccogliere soldi, e pure tanti, per esser ammessi a disputare il primo campionato del dopoguerra, all’Atalanta viene garantita la Serie A come del resto era nostro diritto essendo rimasti nella massima serie nel 42/43 ultimo campionato regolare disputato ma servono garanzie finanziarie.
Viene anche organizzata una prima partita, la domenica successiva, domenica 10 giugno allo stadio contro una rappresentativa degli alleati che occupano la città.
C’è molta attesa, è la prima partita dell’Atalanta dopo due anni (e senza dover temere bombardamenti e retate fasciste), il giorno prima vengono addirittura pubblicate le formazioni di entrambe le squadre, nell’Atalanta sono presenti solo Mamoli, Cominelli e Bovoli come “giocatori veri” saranno gli unici della formazione ad avere presenze nel 45/46 unitamente al giovane portiere Dentella che ne giocherà due.
Lo stadio è pieno, molti militari inglesi e italiani tra il pubblico, sul campo è un massacro, fortunatamente solo calcistico, 10-1 pur giocando con qualche titolare e molti ragazzini e praticamente fermandosi quasi subito.
Il 20 luglio nuova assemblea atalantina nella quale vengono ufficialmente nominate e annunciate le cariche, dal presidente Turani ai consiglieri, Baracchi (Mino che diverrà venti anni dopo presidente), Bianchi Cassina, Lazzari, Leidi, Malagni, Marelli, Mazzoleni, i fratelli Perani (Gino ed Ettore ex giocatori atalantini), Plebani, Rampinelli e Rossi.
Il primo agosto si conosce pure la composizione del nostro campionato, Serie A Alta Italia, non ci saranno retrocessioni, in piccolo la notizia che Citterio e Paredi sono di ritorno dalla Svizzera dove si erano rifugiati.