1927/1928: da Lukacs a…Payer
Stagione importante, vinceremo il campionato di Prima Divisione e saremo promossi in Divisione Nazionale (la massima serie dell’epoca), paradossalmente lo facciamo dovendo rinunciare a Lukacs, cessione peraltro forzata, la Federazione proibisce gli stranieri a livello di seconda serie.
Lukacs deve tornare a giocare in patria, in compenso prendiamo un altro ungherese ma in panchina, l’allenatore Imre Payer che sarà decisivo.
Il magiaro con una squadra in sostanza identica al precedente campionato, seppur privata dell’asso Lukacs, porta radicali trasformazioni: per prima cosa rivoluziona i metodi di allenamento e interviene sulla tecnica individuale insegnando ad esempio come stoppare correttamente il pallone di piede e di petto, le basi insomma.
In precedenza era normale stoppare il pallone che arrivava dall’alto mettendoci il piede sopra nel momento giusto quando atterrava, ovvio che molte volte la sfera schizzava via considerando anche palloni e terreni di gioco dell’epoca.
Imparano a colpire di testa con la fronte per indirizzare la sfera, prima si colpiva con qualsiasi parte della testa, bastava prenderla.
Imparano a fare i passaggi di piatto e non di punta come si faceva prima, lo stesso per battere le punizioni, insomma si può capire quanti vantaggi per la squadra da questi insegnamenti.
Si punta a rafforzare la squadra vista la perdita di Lukacs, si cerca di prendere il bomber del Bari Castellano, sembra fatta ma poi un intoppo burocratico fa saltare tutto, arriva comunque il centrocampista Bonardi dal Brescia e farà benissimo, sarà il terzo marcatore della squadra dopo gli attaccanti Buschi e Perani.
Dal Brescia arriva anche il difensore Torresani che però giocherà nelle riserve, in prima squadra farà una sola partita a Fiume segnando pure nel 2-2.
Prendiamo pure l’attaccante Chiabotto dalla Biellese che spesso ci segnava incontrandoci, rimane un solo anno facendone solo quattro, forse il livello è troppo alto per lui in Prima Divisione.
Qualche cessione ma più che altro giocatori lasciati liberi come Leidi (tornerà anni dopo come segretario in società) Pedrazzini torna all’Inter e ai milanesi va pure il terzino Coppo, Mazzoleni al Taranto, Maffezzoli e Fumagalli a squadre aziendali.
Peraltro non mancano le difficoltà finanziarie, il Consiglio Direttivo della sezione football dell’Atalanta fa un comunicato a giugno 1927 per chiedere ai soci di rinunciare ai benefici della tessera per entrare allo stadio (insomma chiede che anche i soci comprino il biglietto).
Contemporaneamente però vengono ridotti i prezzi dei biglietti stessi, la Tribuna da 12 a 10 lire e il prato da 6 a 5 lire (basta alla Clementina non ci sono altri settori) e si invitano i soci a far propaganda per portare sempre più gente all’Atalanta (insomma pagano anche i soci però i biglietti costano meno per tutti).
Alla presidenza viene chiamato Pietro Capoferri che è anche il Federale di Bergamo, nel consiglio direttivo entrano diversi industriali, come Pesenti e Legler, insomma si cercano sempre soldi.
Capoferri porta diverse idee e novità, dell’ingaggio dell’allenatore Payer abbiamo già parlato, sua anche l’idea del nuovo stadio (che è poi quello attuale), sue anche idee “minori” che viste oggi fanno sorridere ma che per l’epoca sono importanti.
Ad esempio viene assunto per la prima volta un massaggiatore, che è poi un ex pugile della sezione boxe, Leone Sala, e viene assunto pure il suo aiutante, un tipo altro e magro, Arrigoni di cognome ma subito per tutti “Tubo”; Capoferri crea anche per la prima volta un vivaio degno di questo nome, da qui poi nascerà la nostra storia a livello giovanile.
Insomma c’è molta attesa per la stagione 27/28, i dirigenti hanno parlato pochissimo con la stampa locale e le prime amichevoli iniziano a mostrare un cambiamento in meglio dall’anno prima, sarà in effetti una stagione trionfale.