1925/1926: Hungarian Rapsody
E’ un mercato storico, arrivano i due primi stranieri della nostra storia (questa volta sono stranieri veri, ungheresi) ne abbiamo parlato già tante volte, uno molto forte, Lukacs e uno molto meno, Hauser.
Il primo arriva dall’Ujpest Te una squadra ungherese abbastanza nota, non tra le migliori ma comunque nota, il secondo non si sa nemmeno da quale squadra arrivi.
Non è un problema, per quanto se ne sa all’epoca conta quanto racconta il giocatore che ovviamente non si sminuisce, anzi.
L’unico modo sicuro è vederli direttamente all’opera, il 9 agosto 1925 si organizza apposta un’amichevole con il Legnano che milita nella serie superiore, vinciamo 2-1 e segnano le due stelle della squadra, Lukacs appunto e Giacomo Cornolti.
In porta c’è Soffientini, estremo difensore in prova che non verrà poi acquistato.
I due ungheresi avranno come detto rendimento opposto, fortissimo Lukacs (fortissimo pure con l’altro sesso, elegante e affascinante), scarso Hauser che oltretutto porta gli occhiali (ma non quando gioca e questo è il problema).
Di solito gira per la città sul taxi del compagno di squadra Boninsegna (che si, fa il taxista di lavoro) alla ricerca di trattorie, ama infatti molto mangiare bene, anche questo poi influisce sul rendimento.
Altri acquisti non ce ne sono, o meglio, qualcuno arriva ma da squadre provinciali, Merati dalla Veltro di Caravaggio, Morali dall’Ardens e Gino Perani dalla Nossese, dei tre sarà l’unico a giocare titolare ma dalla successiva stagione, degli altri due poche tracce.
Viene promosso dalle riserve Delvai, genovese di nascita ma bergamasco di adozione, rimarrà qualche stagione ma pure lui giocherà dalle successive.
Una cessione c’è ed è pure importante, Camillo Fenili va alla Juventus, sarà il primo bergamasco a vincere uno scudetto.
In tutto questo c’è da registrare anche l’ingaggio del primo allenatore “vero” un ex giocatore milanista, Lovati, argentino di nascita; allenatore vero significa che viene pagato dalla società per fare l’allenatore (che pare una banalità oggi ma non all’epoca).