Juventus-Atalanta 0-1
Zavaglio 53′
Torino Stadio Comunale
28 febbraio 1960
21a Serie A 59/60
Prima volta a casa della Signora.
Dopo tanti anni siamo neopromossi, siamo appena tornati dalla Serie B dominando il campionato cadetto ed anche la retrocessione a tavolino dell’anno precedente è cancellata dalla riabilitazione, l’illecito non era esistito ma noi avevamo già provveduto sul campo da soli senza chiedere niente a nessuno.
Ci salviamo con relativa tranquillità e ci togliamo pure il gusto di fermare due volte la Juventus dominatrice del campionato, prima pareggiando in casa per 2-2 all’andata e addirittura battendola al Comunale di Torino con un gol di Zavaglio, attaccante con poco fisico ma con grande senso del gol, che l’anno prima ci ha trascinato alla promozione nella serie cadetta con i suoi tredici gol ma che in Serie A non si ripete fermandosi a tre.
Zavaglio entra nella nostra storia anche perché si crea, forse per la prima volta in città, un forte dualismo con il neoacquisto Nova, un bresciano che giocando nella squadra della propria città ha fatto tanto bene in Serie B da convincere l’Atalanta a prelevarlo.
Nova è l’esatto contrario di Zavaglio, il primo forte fisicamente il secondo tecnicamente e addirittura a Bergamo i due quotidiani cittadini si danno battaglia, l’Eco a sostegno del potente bresciano e il Giornale di Bergamo a sostegno del più tecnico attaccante soncinese.
In effetti, non stiamo parlando di Messi e CR7 e l’anno dopo il presidente Turani si stufa e risolve cedendo Zavaglio al Verona in Serie B e probabilmente non sbaglia, infatti, l’attaccante nato in provincia di Cremona si rivela giocatore di categoria giocando e segnando ancora per un lustro ma sempre nella serie cadetta.
Uno dei tre gol di Zavaglio però è storico perché sigla la prima vittoria della nostra storia in casa juventina, oltretutto contro una Juventus fortissima che con Charles Boniperti e Sivori avrà alla fine il miglior attacco del campionato con novantadue gol realizzati.
Siamo alla quarta di ritorno, i bianconeri sono già in fuga scudetto davanti a Fiorentina e Milan, noi navighiamo in un tranquillo centroclassifica e andiamo a Torino tranquilli sì ma con pochissime speranze, in casa la Juve le ha vinte tutte finora e a fine campionato saremo gli unici ad aver violato il campo dei neocampioni d’Italia, oltre a noi solo il Doria porterà via un punto, quindici vinte su diciassette.
Un’Atalanta messa molto bene in campo da Valcareggi, però, tiene benissimo nel primo tempo soprattutto grazie al giovane portiere Cometti, molto bravo nelle uscite alte su Charles, e al grande Gustavsson al centro della difesa che ci mette fisico, classe, calma ed esperienza.
Siamo anche abbastanza pericolosi davanti anche se ovviamente la partita la fanno i padroni di casa che reclamano per due rigori uno inesistente e l’altro che forse c’era, per una volta ci va bene.
Nell’intervallo in tribuna stampa raccogliamo diversi elogi per la nostra tattica prudente ma non ostruzionistica, teniamo presente che negli anni cinquanta e sessanta per le piccole in trasferta è assolutamente normale ammucchiare difensori nella propria area senza nemmeno provare a giocare.
La ripresa inizia con un problema muscolare per il difensore bianconero Emoli che si stira e, non esistendo ancora le sostituzioni, si sposta all’ala in pratica inutilizzabile, padroni di casa di fatto in dieci uomini.
Dopo il rigore non concesso i segnali positivi per noi aumentano: e, infatti, dopo soli cinque minuti un lungo rilancio coglie Zavaglio uno contro uno con Cervato, peraltro stopper della Nazionale, il nostro numero nove cerca il sombrero ma non gli riesce, lo juventino tocca indietro il pallone e intanto si è arrivati dalle parti del portiere Vavassori che prova l’uscita, il nostro attaccante tocca il pallone che da posizione defilata entra in rete, siamo in vantaggio.
Nessuno in campo e fuori ci crede, la Juve si proietta in avanti e continuano ad arrivare palloni per la testa di Charles invano ostacolato dal nostro stopper Pizzi, dev’essere Cometti a uscire più volte sulla testa del gigante gallese per evitare guai, anche se non sempre gli riesce, in un’occasione la palla arriva a Sivori che spara alto da pochi metri.
Lo stesso fuoriclasse argentino, noto per il carattere non proprio docile, si fa buttare fuori in coppia con Roncoli per uno scambio di cortesie successivo a un normale fallo di gioco di Maschio.
Siamo quindi in pratica nove contro dieci e nonostante l’inferiorità numerica, la capolista si arrabbia davvero e solo due salvataggi sulla linea di Pizzi e Cattozzo mantengono il nostro vantaggio, in compenso in contropiede pareggiamo la questione dei rigori non concessi quando Longoni salta Colombo e davanti al portiere, è atterrato dal veloce Garzena senza conseguenze.
Si prosegue fino al termine tra uscite di Cometti e tiri ribattuti dal nostro bunker e finalmente finisce, grande esultanza in campo e fuori tra gli atalantini presenti che sventolano le loro bandiere, abbiamo espugnato Torino bianconera per la prima volta nella nostra storia e non contro un’edizione juventina qualsiasi anzi, quella di Boniperti, Charles e Sivori.
Negli spogliatoi è festeggiato alla grande soprattutto il portiere esordiente Cometti, il giovane di Romano di Lombardia aveva solo due presenze collezionate due stagioni prima e alla sua terza partita nella massima serie è (e sarà) l’unico a non prendere gol in casa bianconera in tutto il campionato: il ragazzo di poche parole da buon bergamasco preferisce non parlare.
Zavaglio è invece felicissimo di raccontare il proprio gol che per la prima volta ci ha portato alla vittoria in casa della Signora, ci vorranno quasi trenta anni e un brasiliano triste per tornare a rivincere a casa Juve.