1969/1970 (1a parte): il “gioco corto” di Viciani

Giovanni Sacco
acquisto dalla Juventus
10 gol in 4 stagioni

Dopo la retrocessione si cerca di far pulizia e avviare un nuovo corso, l’idea è ottima, la realizzazione molto meno, ci vorrà ancora un anno di sofferenza per metterla in pratica.

Il nuovo allenatore, per spiegarlo ai più giovani sarà molto simile al caso Guidolin di molti anni dopo, quando si cerca lodevolmente di cambiare tipo di gioco ma con uomini per nulla adatti a farlo

Al timone della società c’è sempre il presidente Baracchi con i due altri triumviri Bortolotti e Masserini ma la pentola è sempre in ebollizione, nel calciomercato arriva l’ora di buttare la pasta quando arriva la richiesta della Juventus per Giampiero Marchetti.

Da notare la foto, nel giro di pochi mesi allenatore e dirigenti (con l’eccezione del buon Ceresoli naturalmente) saranno tutti fuori dall’Atalanta

Masserini vuole cederlo per motivi di cassetta, il nuovo allenatore Viciani lo ritiene invece indispensabile.

In pieno mercato prosegue il caos societario, non cercate di seguirne la trama perchè è quasi impossibile, in pochi mesi il vice presidente si dimette, poi si dimetterà il presidente e diverrà presidente il vice presidente…il tutto senza contare il valzer dei consiglieri

Si perché nel frattempo si è cambiato pure l’allenatore, l’intento del presidente Baracchi è tornare subito in Serie A puntando sul gioco e la scelta va sull’allenatore che ha appena portato la Ternana dalla Serie C alla Serie B, Corrado Viciani, noto per il suo “gioco corto”, cioè un gioco basato su interpreti che abbiano prima di tutto un’ottima preparazione fisica ma anche tecnica per scambiarsi posizioni continuamente con fitti e continui passaggi “corti” cioè brevi.

Due soli giorni dopo Baracchi rimasto solo rifà la squadra, le intenzioni sono buone, il risultato sarà pessimo

Tutto molto bello ma devi avere a disposizione una squadra giovane e pronta a seguirti (come probabilmente era la Ternana della sua promozione) altrimenti succede quello che accadrà a Bergamo dopo sole tredici giornate (e peraltro succederà venticinque anni dopo con Guidolin).

Se ne va capitan Dell’Angelo, arriva Maggioni che sarà uno dei tre in tutta la rosa a rimanere nella stagione successiva

Abbiamo divagato, torniamo al problema della cessione di Marchetti, si chiede a Bortolotti che, offeso, dice “non mi avete coinvolto in altre scelte adesso arrangiatevi”, Masserini così cede il giocatore alla Juventus, il presidente Baracchi si incazza e si lamenta con Bortolotti che a sua volta si incazza con Masserini.

Finito il mercato con la cessione di Marchetti alla Juventus da dove tornerà cinque anni dopo

Fortunatamente la cosa si risolve in un (piccolo) chiarimento, Masserini cede le sue azioni a Bortolotti (che ne cede una parte a Nessi il quale diventa amministratore delegato) e se ne esce con Baracchi presidente, (ancora per poco come vedremo) Bortolotti vice e Nessi amministratore delegato.

Scottanti particolari sulla cessione di Marchetti

In tutto questo c’è un mercato nel quale si rivoluziona la rosa, non che non sia giusto farlo dopo una stagione disastrosa come la precedente ma bisogna anche farlo bene, l’anno successivo rivoluzioneremo ulteriormente la rosa e lo faremo benissimo.

Miguel Angelo Longo
acquisto dal Cagliari
1 stagione

Per iniziare in cambio di Marchetti dalla Juventus arriva, oltre al conguaglio, Sacco, un centrocampista d’attacco che rimarrà qui quattro stagioni, le due di mezzo saranno molto buone, prima e ultima molto meno; il giocatore è purtroppo recentemente scomparso.

Gente che va gente che viene, intanto addirittura nove giocatori vengono messi (o si tenta di mettere) in lista condizionata (praticamente se il giocatore era d’accordo chi veniva messo in questa lista poteva esser ceduto anche dopo la fine del mercato e di conseguenza anche acquistato da un’altra quindi il mercato in qualche modo rimaneva aperto)

Nastasio va al Cagliari in cambio arriva il libero argentino Miguel Longo, ha ormai trentanni ed è reduce da nove stagioni in Sardegna, ha un lancio molto preciso ma non è per nulla adatto al tipo di gioco che l’allenatore vuole impostare, rimarrà solo questa stagione giocando comunque titolare prima di lasciare il calcio.