1956/1957: la stella Gustavsson
E’ la stagione del cinquantenario e si cerca di allestire una rosa che non faccia soffrire, soprattutto bisogna sostituire Rasmussen che purtroppo non giocherà più.
Lasciano Bergamo i due sudamericani Garcia e Sabbatella, ma in questo caso con zero rimpianti, Garcia torna al Bologna e il secondo torna direttamente in Argentina.
La cessione più importante è quella di Rozzoni alla Fiorentina campione d’Italia, l’offerta di quasi trenta milioni non si può rifiutare, Turani è rimasto anche scottato da quanto successo con Rasmussen non ceduto l’estate prima e poi gravemente infortunatosi.
Per l’esattezza prendiamo 27 milioni e mezzo, avendo comprato Rozzoni l’anno prima a un milione, la plusvalenza è notevole.
Frutta molto anche la cessione di Zannier, terzino reduce da un buon campionato, al Milan, dai rossoneri arrivano ben 50 milioni e il prestito dell’ala Valli, una ex grande promessa, ha 26 anni, qui farà quattro presenze senza lasciare traccia alcuna.
Se ne va dopo cinque ottime stagioni l’ala Brugola, va al Napoli dove farà ancora bene fini al termine degli anni cinquanta.
Esce pure definitivamente Giancarlo Cadè, va alla Reggina in Serie C, il ragazzo è senza forse quel carattere per rimanere al massimo livello, tornerà come allenatore esattamente venti anni dopo.
Veniamo agli acquisti, torna dal Bologna il portiere Boccardi e questa volta rimarrà per cinque stagioni giocando spesso; l’acquisto più importante e da non sbagliare assolutamente è però il centravanti, ci rivolgiamo all’estero come spesso accade ma paradossalmente per un italiano.
E’ un veneto che ormai ha ventisei anni, emigrato come tanti altri italiani in Belgio per lavorare nelle miniere, si chiama Mion, ha giocato a tempo perso nel Charleroi segnando molto nonostante non sia un modello di tecnica e classe, anzi.
Comunque costa poco, 12 milioni al Charleroi e 6 al giocatore, verrà più volte fischiato dal pubblico di Bergamo (non sempre a torto) segnerà comunque sei gol e soprattutto farà sia quello della prima delle quattro vittorie consecutive finali, che ci porteranno ad una incredibile salvezza, sul campo della Fiorentina campione d’Italia (e seconda in classifica) sia quello della vittoria nello spareggio dell’ultima giornata a Trieste.
Il vero rinforzo pesante arriva in difesa e arriva come al solito dalla Scandinavia, per sostituire Zannier si punta allo stopper della Svezia, Gustavsson, che viene osservato un’ultima volta in un Svezia-Germania Occidentale (campione del mondo in carica) 2-2 che si gioca proprio ad Atvidaberg squadra dove milita il forte difensore.
Gustavsson non è convintissimo inizialmente ma poi, anche grazie alle rassicurazioni del milanista e compagno di nazionale Liedholm accetta, il problema è che la federazione svedese, che sta preparando il mondiale del 1958 che si giocherà proprio in Svezia, vuole che prima termini tutte le amichevoli con i gialloblu quindi il difensore potrà venire in Italia solo dal 30 settembre, perderà le prime tre giornate di campionato.
Gustavsson rimarrà per cinque stagioni, giocherà anche la stagione in Serie B da vicecampione del mondo, sarà uno dei difensori più forti ed eleganti della nostra storia, un Bertil Nordhal forte uguale nella parte difensiva, calmo uguale, ma molto più tecnico nell’impostazione.
Per completare il reparto offensivo prendiamo pure tale Magnavacca dalla Cremonese, una specie di brutta copia di Mion (che già non è proprio una garanzia) viene dalla serie C e…ci ritorna dopo cinque presenze.
Molto più utile sarà la promozione dalle giovanili dell’ala Perani, farà benissimo per due stagioni prima di diventare una bandiera del Bologna unitamente a un altro giovane compagno di squadra di questa stagione, il difensore friulano Janich prelevato dallo Spilimbergo (cioè dalla Serie D).
Nel mercato di riparazione novembrino si cerca di rinforzare ulteriormente l’attacco viste le deludenti prestazioni iniziali, prendiamo l’uruguaiano Nelson Cancela che però deluderà ampiamente, nove presenze e un gol, si acquista anche dalla Pro Patria il centrocampista Borsani, un maratoneta che giocherà abbastanza.
L’allenatore, Bonizzoni in attacco le prova letteralmente tutte, ruotando continuamente il vecchio Bassetto, il nuovo Mion, l’ala Longoni, il giovane Lenuzza e l’altro nuovo Cancela, inserendo il giovane Perani (tacciamo su Valli e Magnavacca) senza mai trovare una soluzione (che forse non c’è).
Pagherà anche colpe forse non sue e verrà sostituito da Rigotti a sei giornate dal termine.
Il nuovo allenatore, triestino di nascita, perderà le prime due e vincerà le ultime quattro conquistando la salvezza proprio a Trieste all’ultima giornata, mandando in Serie B la squadra della propria città (dove aveva anche giocato) ma salvando il nostro cinquantenario.