1955/1956: il sergente Garcia
Potrebbe esser l’estate di Rasmussen, come avviene ormai da qualche anno un nostro giocatore scandinavo è richiestissimo, l’Inter offre una grossa cifra, la Roma può offrire l’ex Inter Nyers (che però rifiuta di giocare in provincia quindi niente), c’è pure la Fiorentina che poi vincerà il campionato.
Per precauzione l’Atalanta cerca di portare a Bergamo il centravanti della Francia, Piantonì, che avendo un nonno italiano, anzi bergamasco, potrebbe venire in quanto oriundo.
Lo sforzo più grosso lo facciamo però per provare a riportare a Bergamo Soerensen che dopo due anni di Milan è tornato in Danimarca deciso a smettere, al momento ha 33 anni quindi per l’epoca davvero calcisticamente anziano, gli offriamo una cifra notevole che lui stesso definisce “una pazzia”.
L’ex atalantino si dimostra persona correttissima non accettando ben sapendo di non poter offrire il rendimento a cui ci aveva abituati.
A questo punto ci teniamo Rasmussen dichiarandolo incedibile, le cessioni si limitano a giocatori che nelle ultime stagioni non hanno offerto grande rendimento, Nuoto va addirittura alla squadra della Federconsorzi che gioca in Serie D, Fommei che ha molto deluso (che errore averlo preso in cambio di Bernasconi) viene ceduto al Livorno e il centrocampista Villa alla Lazio.
Si interviene anche sulla questione portieri, ne vengono ceduti addirittura due, Boccardi torna a Bologna e Stefani va all’Alessandria, l’indiscusso titolare sarà Galbiati.
Si prendono due portieri per fare secondo e terzo, ma vengono entrambi dalla Serie D, Sartin (tre presenze) dal Merano e Di Davide (una presenza all’ultima giornata) dallo Spilimbergo.
Arrivano due sudamericani molto estrosi, dovrebbero fare la differenza ma non ci riusciranno, Garcia dal Bologna farà praticamente una sola grande partita a San Siro con l’Inter (anzi due perché la prima verrà sospesa e Garcia si ripeterà nel recupero) Sabbatella dalla Triestina farà due gol e come il collega lascerà Bergamo l’estate successiva.
Per Garcia è un peccato ma la classe e l’imprevedibilità in campo sono purtroppo accompagnate da totale mancanza di affidabilità fuori, capita spesso che l’allenatore non possa dare la formazione perché aspetta che il sudamericano arrivi allo stadio all’ultimo momento con i compagni già cambiati.
Gli innesti migliori arrivano dalla bergamasca, il possente attaccante Rozzoni dalla Trevigliese, farà quattro gol e l’anno dopo sarà ceduto alla Fiorentina, farà una lunga carriera nella massima serie cambiando varie squadre.
Gentili arriva dal Leffe, attaccante veloce non sarà mai titolare fisso ma rimarrà in nerazzurro ben otto anni, segnando comunque dodici gol e andando al Varese l’anno dopo aver vinto pure lui la Coppa Italia.
Dalla Pergolettese preleviamo infine il diciannovenne Zavaglio, farà una sola presenza poi andrà in prestito tornando due anni dopo per giocare da titolare.
Il campionato sarà segnato dal gravissimo infortunio di Rasmussen in diretta televisiva il 31 dicembre 1955 all’Olimpico contro la Roma (certo a saperlo sarebbe stato meglio cederlo…a saperlo però) purtroppo il danese non giocherà più a calcio, saremo salvati dai diciotto gol di Bassetto, arriveremo quartultimi.